L’alluce valgo: cause, sintomi, cure.

L’alluce valgo è tra le deformità più frequenti e la causa principale di dolore nell’avampiede, in particolare tra le donne. Si tratta di una deformazione del primo dito del piede, in cui l’articolazione che sta alla base dell’alluce sporge sul lato interno, mentre la punta del dito è diretta verso le altre dita. Questga deformazione tende a progredire e peggiorare nel tempo  e nelle fasi più avanzate l’alluce può sovrapporsi o più frequentemente posizionarsi al di sotto del secondo dito, portando a deformità anche nelle dita lunghe.

L’alluce valgo può essere ereditario, soprattutto nelle forme più precoci (alluce valgo giovanile), ma è più spesso causato da condizioni come: malattie reumatiche, patologie neuromuscolari, interventi chirurgici e particolari conformazioni del piede (piede piatto). Controverso è il ruolo dell’uso abituale di calzature inadeguate (scarpe con punta stretta e tacco alto, suole rigide): il loro uso non è raccomandato, ed è spesso impossibile, a chi soffre di alluce valgo, tuttavia non è certo che questo tipo di calzature possa essere di per sé responsabile dell’insorgenza della deformazione pur collaborando alla sua progressione.
Il sintomo principale è il dolore, che può  essere così intenso da rendere difficile camminare, spesso per complicanze locali, con la comparsa di una borsite dell’alluce (comunemente detta “cipolla”, bunion in francese), infiammazione e degenerazione articolare (artrosi), metatarsalgia (dolore sotto gli altri metatarsi) e avere ripercussioni sulla deambulazione e sul normale assetto posturale.

A livello diagnostico è fondamentale, oltre alla visita ortopedica, l’esecuzione di radiografie in carico (cioè in stazione eretta, non sdraiati) di entrambi i piedi.

Gli analgesici per via orale come l’ibuprofene e il naproxene sono molto utili per alleviare il dolore, in associazione a terapie fisiche (TECAR, laser,ecc). Altri trattamenti conservativi dell’alluce valgo comprendono l’adozione di calzature adatte, l’uso di plantari ortopedici e la fisioterapia. I casi più gravi richiedono un intervento chirurgico di correzione che rimuova i tessuti ingrossati e rimodelli le ossa dell’alluce per ripristinare i corretti rapporti articolari.
In passato l’approccio classico prevedeva attraverso l’apertura chirurgica della cute e dei tessuti sottostanti (procedura “a cielo aperto”) la correzione della deformità  e l’asportazione di parte di osso prevista oramai solo per i casi più gravi con deformazioni estreme. Attualmente prevale nettamente la cosiddetta tecnica “mini-invasiva” o percutanea: consente di ottenere i medesimi risultati dell’approccio chirurgico classico ma in modo meno invasivo e con tempi di recupero post-operatori molto più brevi, permettemdo di operare direttamente sull’osso attraverso forellini effettuati nella cute sotto guida radiologica e con appositi strumenti dedicati.

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